lunedì 19 ottobre 2015

Americana live @ Circolo Ippico. Perchè partecipare.

Ammettiamolo senza alcuna retorica, la musica dal vivo in Italia sta vivendo un momento di profonda crisi. Ovviamente, non parliamo dei grandi nomi che passano le radio, loro riempiono i palazzetti, le arene e gli stadi. E non includiamo nemmeno i vincitori dei vari talent, che fanno il pienone in feste di piazza o centri commerciali. Parliamo di chi, umilmente ma con grande passione, cerca di portare in giro per i piccoli locali, i pub, i bar o qualsiasi altra location, la propria musica.

Il momento non è felice da tempo, e la colpa non è certo dei proprietari dei locali, schiacciati tra burocrazie varie e conti da far tornare. Eppure la musica dal vivo è un baluardo e le band locali sono una opportunità per tutti: permettono ai locali di offrire serate, possono far conoscere alle persone nuovi generi musicali e naturalmente in questo modo crescono, perché se un gruppo musicale esiste, ha un obiettivo da raggiungere. Sempre.

Chi segue questo blog avrà notato come cerchiamo sempre di lavorare molto sulla pubblicizzazione di ogni nostra singola serata. Questo perché crediamo in ciò che facciamo e proponiamo, ed ogni occasione serve a farci conoscere. E’ inoltre una forma di rispetto per chi ci sta dando l’opportunità di esibirci: l’unione fa la forza, se il gestore del locale ha un ritorno permetterà ad altre band di esibirsi, ed il mondo sarà un posto migliore in cui vivere.

E quindi, fatte queste premesse, vi invitiamo a partecipare al nostro spettacolo che si terrà Venerdì 23 Ottobre presso il Circolo Ippico di Fabriano, con inizio alle ore 21.00, intanto perché le date casalinghe ci danno una grande gioia.
E’ capitato di rado di esibirci nella nostra città, perché la nostra è una macchina anche complessa, che quando va in onda porta uno spettacolo importante e cioè la fusione di letteratura e musica americana. Quello che accadrà al Circolo Ippico sarà una cosa ancora più nuova, perché invitare a partecipare vuol dire offrire un evento, creare ogni volta qualcosa di nuovo.

Pertanto sarà una cena con una band che suona rock americano parlando di libri di grandi autori statunitensi. Queste tre cose, ovviamente, saranno unite ed inestricabili, ma non possiamo spiegarvi qui, bisogna partecipare. 

Per l’occasione, il ristorante Circolo Ippico ci mette a disposizione una sala/pub stupenda ed un menù a scelta tra dieci proposte tipicamente americane. Noi ci metteremo l’anima per oltre 3 ore di evento.

Partecipate, partecipate, partecipate. 

Perché, come diceva Gaber, “Libertà è partecipazione”




lunedì 14 settembre 2015

Il manifesto

Può sembrare un po' strano, fuori luogo o solamente curioso, ma abbiamo realizzato un manifesto della nostra band. La motivazione non è poi così cervellotica, bensì nasce dalla necessità (recondita) che ogni individuo porta in sè, una volta entrato in un percorso insieme ad altre persone, di riconoscersi in qualcosa, di raccontare da dove viene e perchè, e fissare dei punti fermi. 

Senza troppi (ed ulteriori) giri di parole, questo è il nostro manifesto, che ovviamente è appeso in sala prove. 

                                        IL  MANIFESTO DEGLI AMERICANA
                                                           Riferimenti, obiettivi e parole chiave.

Perché suoniamo in sei?

Anche se può sembrare complicata una band composta da sei elementi, c’è una forte motivazione per la quale questa band è composta da sei musicisti.

L’elemento iniziale, senza ombra di dubbio, nasce da due grandi gruppi: i Counting Crows ed i Black Crowes. Insomma, con i corvi comunque dobbiamo confrontarci….
 La formazione di queste due band è composta da sei elementi, perfettamente contraddistinti: cantante (che nel 99% dei casi non suona nessuno strumento e si dedica esclusivamente alla voce), due chitarristi, bassista, batterista e tastierista, che viene comunque inteso prevalentemente come suonatore di strumenti di origine vintage, quali organo, pianoforte, piano elettrico e mellotron.

Come sempre, questa composizione non nasce 25 anni fa, quando mediamente hanno trovato il successo queste due band, ma parte da lontano, dalle ispirazioni che Counting Crows  e Black Crowes hanno avuto per creare la propria musica.

Indiscutibilmente, tutto nasce da un certo Bob Dylan, che nel 1965 sfida il mondo del folk, da cui proveniva e di cui era il paladino indiscusso, attraverso la sua svolta elettrica. Per proporre la sua nuova musica, Dylan ha bisogno di una band di supporto perché l’idea che lui ha in mente è chiara: creare in un contesto elettrico una band che interpreti in maniera moderna i capisaldi della musica americana: il folk ed il blues, alcune volte con una spruzzata di jazz e seguendo il ritmo di un astro nascente della musica americana: Elvis Presley, che di fatto ha creato il rock’n’roll.
Avendo questi quattro generi come riferimenti musicali, blues/folk/jazz/rock’n’roll, Dylan ha la necessità di creare un suono versatile, ampio, di impatto ma anche di classe, senza avere limiti alla propria composizione ed ai suoni. Ecco che nasce Bob Dylan & the Band, la base di tutta la musica americana futura.
Il gruppo si compone di Dylan che oltre a cantare suona anche la chitarra in pianta stabile, Robbie Robertson all’altra chitarra, il grande Richard Manuel alle tastiere e due eroi della musica moderna: Rick Danko al basso e Levon Helm alla batteria (che acquisterà poi un’intera casa a Woodstock  costruendo uno studio di registrazione storico, dove tra l’altro i Black Crowes registreranno l’album Before the frost che contiene, tra le altre, Good morning captain).

Con la Band Bob Dylan registra i suoi album più belli, contaminati da tutti i generi figli della musica americana, dando la luce canzoni come Like a rolling stone, I want you, Rainy Day Woman #12 and 35, Stuck inside of Mobile with the Memphis blues again e tante altre. Il suono parte dal blues e dal folk per essere contaminato dal rock’n’roll: è nato il rock americano. L’impatto sonoro è devastante: le chitarre dialogano tra loro, le tastiere danno profondità al suono, il basso chiude il suono a metà tra ritmo e melodia, la batteria è centrale per lanciare il rock’n’roll del gruppo. Dylan non tornerà più indietro, ed ancora oggi il suo Neverending tour si compone di sei elementi, con lui stesso che si è tolto la chitarra di dosso per sposare la stessa formula che adottiamo noi oggi.

Nati nel 1965, i Grateful Dead da San Francisco raggiungono la gloria con una delle pietre miliari del rock psichedelico con Aoxomoxoa, uno dei dischi che ha cambiato la storia della musica, sempre con la stessa formazione di sei elementi.
Dall’altra parte degli Stati Uniti, due formazioni storiche si presentano sul palco con la stessa line up: da una parte l’hard rock dei Lynyrd Skynyrd (Sweet Home Alabama  e Freebird i manifesti consegnati alla storia della musica). Dall’altra, il rock sudista intriso di blues e boogie degli Allman Brother’s Band.

Alla fine degli anni ’70 l’America è scossa da due talenti: Bruce Springsteen e Tom Petty, che formano le due backing band più famose delle storia: Bruce Springsteen & The E-Street Band e Tom Petty & the Heartbreakers. Entrambi i gruppi sono macchine da guerra, e differentemente dai gruppi nati negli anni ’60, la matrice rock è prepotente. Ogni spettacolo del Boss e di Tom Petty dura almeno tre ore: l’insegnamento di Bob Dylan di mescolare i generi e di garantire la massima libertà nella scrittura con questi due artisti e le loro band viene portato alla massima potenza. Si passa dalle ballate elettriche agli inni da stadio, dalle canzone intime ai blues sporchi con ritornelli da classifica. La E-Street Band in particolare diverrà il simbolo del rock in tutto il mondo ed i dischi in cui Springsteen farà a meno di loro saranno dei flop clamorosi.
Più di ogni altra, la E-Street Band incarna il suono americano: attenzione alla tradizione e grande ritmo su cui si appiccica una forte melodia cantata dal Boss. “Baby, we we’re born to run!”.

All’inizio degli anni ’90, quando lo stesso Springsteen è all’apice del successo, tre band trovano il successo affondando il proprio suono nelle radici del rock americano, ovviamente nella nostra formazione tipo: Counting Crows, Black Crowes e The Wallflowers.
I Black Crowes sono molto più intrisi di blues degli altri, mentre per i Counting Crows i riferimenti vanno dalla Band ai Grateful Dead, per passare a Van Morrison. I Wallflowers sono quelli più vintage, ed il leader è Jakob Dylan,  figlio di cotanto padre.
Dietro il loro successo, molto più psichedelici, ci sono i Widespread Panic che vengono dalla Georgia e fanno della jam session il loro credo.

Nonostante tutte queste band siano ancora attive oggi ed in giro per il mondo con i loro tour, gli anni 2000 hanno portato altri grandi gruppi, che con la stessa formula hanno licenziato grandi dischi. Eccone solo alcuni:

  • I Dirty Guv’nash da Knoxville, Tennessee, un gruppo di blues-rock con un forte senso melodico
  • Gli Hard Working Americans da Memphis, Tennessee, un supergruppo composto da grandi musicisti del south a cavallo tra folk e blues/rock
  • I Blackberry Smoke da Atlanta, Georgia un vero gruppo di southern rock, erede dei Lynyrd Skynyrd
  • I Lucero, sempre da Memphis e con una chiara matrice soul/rock
  • Gli American Aquarium da Railegh, North Carolina, pienamente nel solco della musica di Bob Dylan.

Obiettivi e parole chiave


Come tutte queste band insegnano, la formazione a sei permette un linguaggio musicale ricco, un suono potente che dal vivo esce come un treno in piena corsa, la possibilità di entrare ed uscire dai generi che hanno creato il rock, la libertà per ogni musicista di disegnare il proprio linguaggio con i suoi riferimenti.

Gli Americana nascono con la volontà di non porsi limiti nell’ambito del rock americano e di utilizzare i vari linguaggi a seconda della nostra volontà e del nostro umore.
Gli Americana nascono come una band che dal vivo esplode di suoni e colori, con una musica ricca di musicisti e sfumature e con un piglio da rock band.

Dunque, consapevoli delle difficoltà che una band di sei elementi comporta in quanto ad arrangiamenti, strumentazione, gestione delle prove e dei suoni, c’è la consapevolezza della nostra ricchezza di suoni e linguaggi, e della nostra unicità nel panorama dei gruppi locali.

“Lunga è la strada, ma grande è l’obiettivo” dicevano i latini. Ed in effetti, il nostro obiettivo va anche oltre la musica, perché si serve anche della letteratura americana e vuole raggiungere un’altra finalità: sopravvivere nel tempo.
Americana è stata fondata da un gruppo di amici allargata a nuove persone che sono entrate anche loro in amicizia, perché uno degli insegnamenti del rock americano è la coesione: ognuno dei sei elementi è indispensabile, ognuno ha un suo ruolo fondamentale. Senza uno dei sei elementi, questa band è inesistente, non può proporre il proprio linguaggio e soprattutto viene meno al principio che ognuno di noi contribuisce a qualcosa di unico.

Longevità è un altro caposaldo di questa band. Molte band amatoriali nascono nel giro di pochi minuti, crescono in maniera esponenziale nei primi due anni di vita, e poi muoiono precocemente, come questa società che fagocita il presente senza alcuna possibilità di viverlo realmente. Il nostro obiettivo è quello di durare nel tempo, di trovarci ancora qua tra qualche anno a suonare tra le pieghe della nostra vita, dei nostri impegni e dei nostri obiettivi personali.

Altra parola chiave è mutualità. E’ un termine preso in prestito dell’associazionismo,  dove i membri che ne fanno parte s'impegnano, volontariamente, a prestarsi reciproco aiuto e assistenza.

Eccoli dunque i capisaldi della nostra Americana Rock Band:
  • Rock
  • Blues
  •  Amicizia
  • Coesione
  • Longevità
  • Mutualità


Americana

martedì 16 giugno 2015

In attesa del prossimo live

Stiamo lavorando a pieno regime. Qualche giorno fa avete letto la notizia che tra poco sarà il momento di buttarci su brani nostri.
Parallelamente a questo, il nostro mondo continua vorticosamente a girare. La demo è in via di conclusione. In ordine di tempo, Alessandro e Gian Maria sono stati gli ultimi a registrare le loro chitarre sul disco. Sinora il risultato è coeso e convincente. Si sente, inequivocabilmente, il riferimento a tutte le band che proponiamo nel repertorio. Però, altrettanto chiaramente, quasi come una urgenza, esce fuori il sound Americana, che è qualcosa di indefinibile, la somma delle nostre sei percezioni, idee e sensibilità. Si sa, nella musica i diversi fattori dei musicisti creano ogni volta un sound unico, irripetibile. Così è.

Ce ne accorgiamo ogni volta che suoniamo. C’è il suono. Ci sono band che calzano forti sul ritmo, sul battito. Probabilmente noi lavoriamo sulle note. C’è una grande musicalità. E’ chiaro che siamo una rock band, il battito pulsante c’è, ma siamo anche in sei ed abbiamo una armonia potente.

Tra le tante cose da fare, ci piace comunicare che l’11 Luglio saremo di nuovo nella dimensione live, stavolta (finalmente) all’aperto, dove possiamo scatenare i watt. La location sono i giardini di Castelfidardo, Parco delle Rimembranze. Partenza dalle ore 22.

Americana, since 2012

martedì 9 giugno 2015

E venne quel momento

Quando abbiamo intrapreso questa avventura, avevamo in mente tutti i riferimenti musicali dell'american traditional rock, con tutte le sue infinite varianti: Southern rock, americana, roots rock. Quei riferimenti sono qui davanti a noi, e li portiamo sul palco, li suoniamo; sono i Counting Crows, sono gli Wallflowers, che racchiudono, come una cartina tornasole, tante altre band (vengono in mente i Dirty Guv'nash, gli Hard Working Americans, i Blackberry Smoke e decine di altre).

Poi arriva il momento in cui, singolarmente dentro tutti noi, l'urgenza creativa si fa spazio. Devi avere storie da raccontare, devi mettere in musica qualcosa, devi lasciare il tuo segno. 


Chissà se era inevitabile o no, chissà se era già scritto o no. 


Insomma, tutto questo per dire che iniziamo a lavorare su canzoni nostre. Tutto lo spettacolo live rimane, veien ancora di più limato ed ampliato. Ma parallelamente, in gran segreto, stiamo lavorando per darvi qualcosa con la firma nostra.

Ci vorrà tempo.
Ne abbiamo.

Americana, since 2012

lunedì 23 febbraio 2015

Un Marzo "on the road"

Non necessariamente la mancanza dal palco denota stallo. La vita di una band musicale ha molti passaggi intermedi ed altrettante sfaccettature. Il live è l'ultimo anello della catena, l'obiettivo più naturale.

Mancavamo dal palco dal 7 Novembre, quando abbiamo fatto da opening band per il concerto del "Rigo" Righetti. Dal giorno dopo abbiamo affrontato il cambio di formazione, che ha visto entrare dietro le pelli della batteria Luca Agostinelli. Luca ha portato un drumming potente ed in brevissimo tempo è entrato nel nostro repertorio, tanto che tra Dicembre e Gennaio abbiamo completamente ricreato il nostro concerto/spettacolo, con una ventata di novità ed entusiasmo dovute proprio alla contagiosa voglia di suonare di Luca.

Adesso siamo pronti, e Marzo si annuncia come il nostro mese "on the road", con ben due concerti.

Il primo è datato 7 Marzo ed avrà luogo al London Pub di Castelraimondo. Dopo aver cambiato gestione, il London sta diventando un luogo importante per gli spettacoli live, ed il suo calendario prevede ogni settimana 1 o addirittura 2 concerti. Per l'occasione, il locale organizzerà una Festa Americana, con inizio nel tardo pomeriggio e prosecuzione per tutta la serata.

Il secondo live è previsto per il 28 Marzo nella location de Lo Sverso di Fabriano. Anche in questo caso ci aspetta un pubblico abituato ai live, in quanto Lo Sverso fa parte del complesso di locali che aderiscono alla bella iniziativa Via Balbo non dorme. 

E prima di queste due date, tanti altri "appuntamenti".



Americana, since 2012

mercoledì 14 gennaio 2015

...e poi c'è la letteratura

Una rock band che propone uno spettacolo musical-letterario....suona un po' strano? Beh, di certo è inusuale, spiazzante. L'angolazione dalla quale si vedono le cose però aiuta ad aggiustare il tiro: c'è connessione tra narrativa e rock? Ed, entrando ancora più nel particolare: rock americano e letteratura americana hanno un collegamento?

Non si può negare che ci sia nel rock tradizionale americano una forte componente narrativa. Il web è pieno di recensioni nella quali si evidenzia che Bob Dylan vale quanto un affermato romanziere, ed ha attinto a piene mani dal mondo letterario. Non è un segreto che ascoltare un disco dell'immenso Bob senza i testi in mano vuol dire perdersi almeno la metà della quota artistica.

Perchè? Non esiste una unica verità, ovviamente, però il raccontare storie fa parte della tradizione musicale americana. Racconti di viaggiatori, drogati, illusionisti. Racconti di orfanotrofi le cui finestre guardano il mare, di giocatori di azzardo, di cowboys efferati. Storie di gente comune, amplificate da una terra enorme, in cui le distanze già da parte loro configurano un racconto.

Tom Waits, Richmond Fontaine, Ryan Adams, Tim e Jeff Buckley (e le loro storie personali maledette), Lucinda Williams, Bruce Springsteen, Neil Young, Johnny Cash, Steve Earle e tanti, tanti, tanti altri, cosa fanno se non musicare storie in musica? L'esempio più lampante è la bellissima The ghost of Tom Joad di Bruce Springsteen, omaggio struggente al protagonista di Furore di John Steinbeck.

Non è giusto svelare i romanzi di cui parliamo nel nostro concerto, tantomento le canzoni cui sono collegati, e gli artisti sopra citati non sono quelli che portiamo sul palco, ma la filosofia dietro Americana è chiara, e segue anch'essa una narrazione ben definita: raccontare quanto la letteratura abbia inspirato la musica.
E' un viaggio, e non potrebbe essere altrimenti, perchè a scovare le location di numerosi romanzi si fa un giro per gli Stati Uniti in lungo ed in largo: John Irving viene dal freddo New Hampshire, John Updike dalla Pennsylvania, Saul Bellow dal verde Massachussets, Bernard Malamud da New York, Truman Capote dall'incantevole New Orleans.

Americana, since 2012