lunedì 22 dicembre 2014

Un anno di Americana

Ultimi giorni del 2014, ed anche per noi è arrivato il momento di tirare le somme di questo anno. Dopo il 2013 che è stato l'anno di preparazione dello spettacolo, quello che si accinge a volgere al termine è stato l'anno dei live. Sei date in tutto:

1 Marzo             Bar Azzurro, Castelplanio (AN)
25 Aprile           Evento privato, Sestri Levante (GE)
26 Aprile           Modà Cafè, Chiavari (GE)
7 Giugno           L'Orablù. Bollate (MI)
25 Luglio          Ehnò, Fabriano (AN)
7 Novembre      Golden Cadillac, Jesi (AN)

Lo show ormai è rodato, e già abbiamo in calendario il primo evento del 2015, che verrà svelato a tempo debito. E' stato dunque un anno di organizzazione e di concerti, ed ogni volta che siamo saliti sul palco abbiamo fatto tesoro degli insegnamenti dell'appuntamento precedente.

Non è facile organizzare una macchina composta da sei musicisti che propongono 20 canzoni e le collegano a 20 romanzi. Tutto ciò è possibile grazie alla volontà di ognuno di noi di sacrificarsi, di dare qualcosa in più e contemporaneamente di farlo lasciando spazio al musicista che gli suona accanto. Se c'è qualcosa che il rock tradizionale americano insegna è il fare spazio a tutti, il suonare insieme. In una canzone, non sempre si suona tutti e sei in contemporanea; ci si studia, ci si attende, si prepara la strada all'entrata di un altro strumento.

Abbiamo imparato che siamo ingombranti, qualunque declinazione si voglia dare a questa parola. Ingombranti perché occupiamo spazio, ma anche perché costringiamo il pubblico a seguire lo show, ad iniziare un percorso con noi. Richiediamo attenzione. E' normale perché difficilmente in Italia è possibile sentire certa musica, ed è altrettanto raro parlare di Faulkner o di Steinbeck mentre c'è una band pronta a suonare sul palco.
Eppure abbiamo imparato che anche il pubblico più svagato canzone dopo canzone e libro dopo libro si interessa, ascolta, partecipa.

Una piccola orchestra rurale, questa la definizione che ci siamo dati poco prima dello spettacolo al Golden Cadillac di Jesi. Piccola orchestra perché in sei si produce un suono poderoso, vivo, che riempie il vuoto, che colpisce. Rurale perché abbiamo i suoni della tradizione, non inventiamo nulla ma riprendiamo da una idea, un concetto di musica che può essere anche una fotografia: una sala di registrazione in mezzo alla campagna del Nebraska, una band che suona rock in Arkansas, storie di vita girate in Nevada, nel Maine, in Oregon.

Rende bene l'idea questa foto di Bob Dylan & the Band che provano nello scantinato della Pink House di Dylan a Woodstock (New York State)?


Certo, questa è solo una ispirazione, per il resto lo show si basa su band contemporanee, ma la narrazione parte da lì, da quello scantinato come dall'Hotel California degli Eagles o dalla Sweet Home Alabama dei Lynyrd Skynyrd.

Già, la narrazione. Nel 2014 abbiamo scoperto che quando leggiamo Dave Eggers il pubblico si ferma ad ascoltare con attenzione, così come basta il nome Ernest Hemingway per creare silenzio nel locale. Ed anche che certe accoppiate romanzo + canzone sono veramente intense.

Il futuro imminente, inteso come 2015, nasce con tante idee, ed anche tante strade da esplorare. Basterebbero i nomi di grandi scrittori con i quali possiamo incrementare il nostro percorso: John Irving, Robert Pirsig, Jay McInerney. E le band, quante band meravigliose! Better than Ezra, Jayhawks,  Red Wanting Blue, The Wild Feathers..

Happy holidays guys, see you in 2015

Americana, since 2012

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